Opera emblematica proprio perché in grado di catturare in pochi tratti e tenui colori il genius loci della laguna, l'atmosfera rarefatta e affascinante che permea il paesaggio così come lo stile di vita degli abitanti.
Virgilio Guidi, pittore romano scomparso nel 1984, ha improntato tutta la sua vicenda artistica, fin dalle prime opere, sullo studio e la resa della luce come materia prima del proprio lavoro pittorico, trovando ben presto in Venezia e nelle sue testure luminose una fonte unica di ispirazione e creatività. Formatosi all'Accademia della Belle Arti di Roma, già nei primi del 900 Guidi inizia a riflettere sull'uso della luce nella tecnica pittorica. In questo percorso viene influenzato soprattutto dall'opera di Cézanne, Matisse e Renoir.
Negli anni '20, pur impiegato per necessità economiche presso il Genio Civile, inizia esporre nella Biennale di Venezia, dove raggiunge il successo nel 1924 con la sua opera "Tram". Nel 1927 si trasferisce a Venezia per insegnare pittura presso l'Accademia delle Belle Arti di Venezia; qui realizza anche il dipinto "La Giudecca", pietra miliare del suo periodo veneziano. Negli anni successivi si trasferisce a Bologna, continuando comunque a esporre e lavorare con frequenza a Venezia, dove all'inizio degli anni 50 entra in contatto con il movimento spaziale di Lucio Fontana e a partire dagli anni 60 gli viene dedicata più volte una sala personale presso la Biennale.
A partire dagli anni 70 si intensifica la sua attività di poeta, sempre affiancata all'arte pittorica. Gli ultimi anni di vita li trascorre ancora a Venezia, dove realizza un ciclo di dipinti sul tema "L'uomo e il cielo" e dove muore, il 7 gennaio 1984, mentre in una galleria locale è in corso un'esposizione dei suoi ultimi dipinti.